Catastrofisticamente auguri:

Si ringrazia il blog "Il riso degli Angeli" di Giovanni Angeli e l'autore della vignetta: Mauro Patorno.


Inoltre, se a gennaio non volete appendere il solito calendario con le donnine nude, vi suggerisco di scaricare e stampare la proposta del Riso degli Angeli, il "premiato calendario artigianale" rinvenibile QUI.

Auguri da CritiCAttiva.

Wind of change

Il grande dibattito sulla "questione della sinistra italiana" ha registrato interventi di personaggi pubblici di ogni estrazione, di ogni tipologia e professione. I movimenti, le correnti ed i gruppi spontanei si avvicendano, discutono, dibattono. Ci si incontra spesso, tutti insieme, con partecipazioni di massa a manifestazioni, eventi e convegni: 11 ottobre, 30 ottobre, 25, 12... vecchi amici di infanzia.

Queste occasioni di outing di un vago "orgoglio di sinistra" contano ben poco nella partita a scacchi delle alleanze strategiche, come sempre contano di più "i fatti" e "le dichiarazioni".
Passi la scarsa affluenza, passi la differenza tra regioni, passi anche la situazione pre-elettorale e passi anche il meccanismo dell'"alternanza democratica" tipicamente amerikopiduista. Quello che appare con violenta evidenza è la diversa composizione degli schieramenti, anzi per essere precisi i differenti sostenitor dei candidati. Questo (ahimè) costituisce un serio banco di prova per un colosso dai piedi di argilla.
Il gioco delle somiglianze: scorrendo gli articoli e le dichiarazioni c'è una parola che echeggia spettrale nell riflessioni leaderistiche e verticiste: cambiamento. Quale sia ancora non si sa, noi aspettiamo "il vento del cambiamento", la ventata di innovazione... ma un atroce dubbio m'assale: sì, quale cambiamento?
Allora ricordo uno sketch di Crozza di qualche anno fa: "No se puede peggiorar, o forse sì, con l'UDC".


A Gioia si aliena quello che a Gravina si conquista

Quest'oggi vorrei porre in evidenza una singolare coincidenza che capitommi di scoprire mentre viaggiavo nella rete.


E' più che noto ormai il tristo destino del nostro mercato coperto, la cui sentenza è stata emessa in data 2 Dicembre, quando in consiglio comunale si è optato per l'alienazione di un bene di recente costruzione. Le motivazioni non sono rintracciabili nel cattivo stato dei luoghi, quanto più nello scarso uso che si è fatto di tale contenitore, vuoi per la limitata affluenza delle utenze, vuoi per la cattiva posizione, gestione, mentalità e chi più ne ha ne metta. Quello che mi preme rilevare non sono le motivazioni che hanno portato alla decisione di trasferire il mercato ortofrutticolo nella sua vecchia sede di piazza Plebiscito, con la conseguente svendita della struttura. Non mi interessa neanche disquisire sulle futura (si parla di futuro prossimo, eh) destinazione del suolo su cui sorge(va) il mercato coperto. Vorrei solo mettere in evidenza una diversa reazione che ha in origine una comune causa:

"Gravina in Puglia: avviso per la gestione delle Officine Culturali nell’ex mercato ortofrutticolo"

Questo pubblica il portale di Bollenti Spiriti ( è possibile leggere l'articolo integrale QUI e QUI il progetto)

Ora vien da chiedermi: perchè si è optato per l'alienazione? Sono forse così necessari i fondi che si otterranno dalla vendita dell'immobile? Davvero non sarebbe possibile un riutilizzo della struttura stessa, relativamente moderna ed agibile? A chi preme realmente la vendita, alla cittadinanza o al potenziale acquirente?

Noi di CritiCAttiva crediamo che, a volte, non sia sufficiente informare e riflettere, pensiamo fermamente che una mobilitazione attiva sia più che necessaria quando chi amministra sceglie in base alle necessità di pochi, ignorando le volontà dei tanti.

OIL=POWER

Cercare di spiegare, rispiegare, ririspiegare, ririririspiegare uno stesso concetto, può essere una prassi alquanto noiosa, senza dimenticare che se tra il pubblico c'è qualche affezionato che ha già sentito tutta la tiritera sul petrolio e le compagni petrolifere, è più che scontato un: "E sempre le stesse cose ripeti?".


Ebbene, CritiCAttiva vuole oggi fornire uno strumento per facilitare la didattica, un agevole gioco che eviterà le innumerevoli spiegazioni delle spiegazioni su cui si basa il mercato energetico globale. 
Forse questa lezione potrà sembrare un po' superficiale o sommaria agli addetti ai lavori, ma come è prassi della neonata rubrica Metodologie di Studio, l'intento è solo fornire delle basi nella speranza che la curiosità faccia il resto.

Prima di lasciarvi alla lezione del giorno, desidererei spendere solo due parole su Molleindustria.it, troppo ristrette le informazioni su wikipedia a tal proposito, soprattutto viene completamente obliata la vicenda legata ad un altro storico gioco di Molleindustria: operazione pretofilia. Nel sito viene riportato uno stralcio dell'articolo apparso su La Stampa, forse ultimo ricordo di una dura battaglia vinta contro un potere troppo più forte di un gruppo di indipendenti.
In definitiva è un progetto da tenere costantemente sottocchio, che coniuga innovatività e libertà di espressione, e ci ricorda che l'ultimo posto dove ancora è possibile fare satira, è la rete.

Comunicato del WWF Gioia - Acquaviva - Santeramo

Riportiamo di seguito un comunicato del WWF di Gioia del Colle che riteniamo molto significativo, una dichiarazione del modus operandi di un'associazione che sul territorio locale ha il diritto di essere considerata un modello esemplare per l'impegno e la coerenza.
A tal proposito, CritiCAttiva approfitta dell'occasione per rinnovare il sostegno ai ragazzi del WWF.





L' ultimo comunicato stampa, della nostra Associazione in merito al randagismo, si concludeva sottolineando che la messa in evidenza di alcune criticità legate al provvedimento adottato per arginare il fenomeno e alla sua attuazione, che allora era appena agli inizi, veniva fatta con la volontà esplicita di fornire suggerimenti e non certo di sollevare polemiche, oltre che ribadendo testualmente, " la nostra volontà di collaborare serenamente con le istituzioni e i professionisti interessati, affinché il provvedimento possa essere messo in atto nel migliore dei modi possibile, nel rispetto assoluto degli animali e delle persone."

A distanza di un mese circa dalla stesura di quel comunicato non possiamo far altro che prendere atto del fatto che la fruttuosa e serena collaborazione che auspicavamo , così come tra l'altro era emerso in sede di presentazione del provvedimento alla cittadinanza, fra i professionisti, le istituzioni coinvolte e la nostra Associazione,  di fatto non sussiste più e non certo per nostra volontà.

Le motivazioni che ci inducono ad affermarlo partono dalla constatazione che il nostro supporto alla messa in atto del provvedimento, è sempre stato visto quasi come un' intrusione, un' ingerenza in affari privati, e quando  è stato fatto presente, che in questa questione, di privato non c'è niente, né i fondi stanziati, ne gli animali oggetto dell'intervento, ci è stato risposto sbraitando dal Consigliere PDL delegato, nonché funzionario ASL, di toglierci letteralmente " dalle p…."

Poco prima che partisse il provvedimento, ci eravamo impegnati a realizzare, col contributo determinante e prezioso, di altri volontari cinofili e cittadini esterni all'Associazione, un'anagrafe canina ufficiosa e dettagliatissima, che potesse fungere  da guida e da supporto per l'individuazione, l'accalappiamento dei cani e per la realizzazione del medesimo documento in versione ufficiale, così come contemplato nella delibera.

Di quel documento, non è stato minimamente tenuto conto, se non forse per andare " a caccia" di quei cani, che pensavano sfuggiti alla nostra attenzione. Lo dimostra il fatto, che nei sopralluoghi effettuati dalla ASL, in quelle zone dove si concentrano due o più cani, la medesima istituzione, si è preoccupata in più occasioni di chiedere alla gente del posto, se noi volontari fossimo a conoscenza della presenza dei cani in quei luoghi. Probabilmente pensando a soluzioni "alternative", come quelle lasciate intendere dal consigliere del PDL che segue la questione, in sede di riunione di sindaci, convocata il 14 ottobre presso il Comune, per affrontare il problema randagismo insieme agli amministratori dei paesi limitrofi. In quella sede, il medesimo consigliere espose all'uditorio che, in virtù delle difficoltà che si sarebbero riscontrate nell'accalappiare e sterilizzare cani inselvatichiti, oltre che nel  risolvere una volta per tutte, il problema dei randagi nelle  campagne, sarebbe stato utile procedere con soluzioni alternative, appunto, da discutere e concordare in sedi private.

Cogliamo l'occasione per ricordare che le linee guida per la risoluzione del randagismo sono già state approntate e inserite nelle leggi nazionali e regionali  che regolano la materia, per cui ogni altro provvedimento concordato in "sedi private", risulterà non solo superfluo, ma illegale se non si atterrà alle vigenti disposizioni di legge. Ci preme ricordare inoltre che l' uccisione di cani e gatti, con qualunque mezzo è punita con l' arresto fino a due anni, oltre che con sanzioni pecuniarie che possono superare i 15.000 euro.

Avevamo chiesto la possibilità, di affiancare accalappiatore, veterinario ASL,  e teoricamente anche i vigili urbani, che avrebbero dovuto essere presenti, nella fase di cattura, per poter  indicare cani eventualmente già sterilizzati e microchippati privatamente, risparmiare tempo e traumi all'animale, laddove si trattasse di cani restii all'accalappiamento, ma con cui volontari avessero un rapporto di conoscenza e fiducia, registrare di volta in volta il numero di microchip e prendere nota di quanti e quali cani fossero  sterilizzati e registrati.

 Tuttavia il nostro registrare date, riferimenti anagrafici e fotografare i cani  ha suscitato un certo nervosismo tra veterinari e funzionari ASL, di fronte ad esempio a richieste di informazioni più dettagliate su fantomatici "cani di quartiere" ( o di appartamento?) cui era stata data precedenza e a cui non siamo ancora riusciti a risalire; o quando presentandoci di sorpresa di fronte all'ambulatorio interessato, in un giorno di accalappiamento, il veterinario della ASL che giungeva in quel momento con il furgoncino dell'accalappiatore, ha trovato un escamotage per allontanarsi nuovamente evitando di aprire in quel momento il furgone e scaricare gli animali accalappiati. Trascorsi circa quarantacinque minuti, dopo essere ripassato più volte ed essersi allontanato nuovamente nell' attesa e nella speranza, delusa, che  andassimo via, si è fermato e ha scaricato un solo cane. All' origine del comportamento fuggiasco e sospettoso vi è il fatto che quella mattina nel furgoncino dell'accalappiacani, c'erano almeno due cani e non il solo poi scaricato in ambulatorio e operato, ma anche un altro cane, cui era necessario ricucire la ferita, operato la settimana precedente, quando il veterinario che esegue gli interventi si era giustificato, dicendo di non poter operare, perché influenzato.

Altro episodio sconcertante, quello di martedì 18 novembre quando recatici presso l'ambulatorio convenzionato, al fine di chiedere la disponibilità a microchippare un cane e la possibilità di rilevare i dati dell'ultimo intervento effettuato la settimana precedente, siamo stati invitati in malo modo ad accomodarci fuori dal suddetto studio e di rivolgerci alla ASL. Di lì a poco giungeva l'accalappiatore con un cane prelevato in aperta campagna, (se il centro abitato pullula ancora di cani da sterilizzare, che senso ha prelevare cani lontani chilometri rispetto al perimetro urbano?) durante la operazioni di scarico, dal furgone all'ambulatorio, abbiamo chiesto informazioni sulla provenienza e il sesso dell'animale, che nel frattempo veniva introdotto nell'ambulatorio. Quando abbiamo provato ad entrare nello studio per fotografare il cane, ci è stato fisicamente impedito di farlo e siamo stati strattonati dinanzi all'ingresso per essere allontanati. Dopo aver invitato il veterinario titolare dell'ambulatorio a tenere le mani a posto e avendolo avvertitodell'imminente  uscita del comunicato stampa in questione, lo stesso ha mostrato un atteggiamento molto più  educato e propenso al dialogo, atteggiamento tenuto nei nostri riguardi solo in occasione dei primissimi incontri.

Di episodi simili, ce ne sarebbero altri, ma il nostro intento non è certo quello di fare la cronaca di quanto è accaduto in quest' ultimo mese, ma di raccontare quegli episodi più significativi, che danno l'idea di come, tanto nervosismo e un modo di procedere, così poco trasparente lascino spazio a molti interrogativi e dubbi. Dubbi che non possiamo fare a meno di avere perché siamo fermamente convinti che quando si agisce nella legalità, nel rispetto delle norme, delle persone e degli animali, come in questo caso, si agisce alla luce del sole e non si hanno remore nel rendicontare ad altri il frutto del proprio lavoro.

Così come ci indigna chi rispolvera le buone maniere e si mostra propenso al dialogo e alla collaborazione solo dopo essere stato avvertito dell'imminente pubblicazione di comunicati o articoli.

 Non possiamo fare a meno inoltre, di avere qualche perplessità in merito all'improvviso interessamento alla questione di qualche animalista dell' ultim'ora.

Mi riferisco, nel caso specifico, all' intervento su questo portale di un esponente del PD che fa riferimento a fantomatiche "proteste del WWF" e che si è dimostrato indignato per  il ritorno dei cani sul territorio, qualificandolo come abbandono e solidale con le sofferenze di qualche cagna alla quale  si è infettata la ferita.

A tal proposito ci preme fare qualche precisazione:

La reimmissione sul territorio dei randagi dopo la loro sterilizzazione e microchippattura è pratica diffusa , in uso in diversi Comuni e in più regioni, che addirittura la contemplano nelle regolamentazioni regionali in materia.

 Inoltre, se proprio ci si vuole attenere minuziosamente alle norme per difendere il benessere degli animali (?), consigliamo a chi  si è preso la briga di cercare il cavillo legale per strumentalizzare  la questione, di documentarsi su tutte le norme che regolano la materia e di valutare con onestà intellettuale se le condizioni di un cane nel canile, tanto più in quel canile con cui  il Comune di Gioia del Colle ha avuto una convenzione negli ultimi anni, siano più "compatibili con la natura e le caratteristiche etologiche dell'animale", come recita la legge stessa.

Prescindendo dal caso specifico, invitiamo i politici di tutti gli schieramenti ad astenersi da facili  strumentalizzazioni e  a sottolineare quelle criticità sicuramente esistenti nella procedura di  messa in atto della delibera, con l'intento unico di porvi rimedio e non anche di sollevare polveroni politici che poco influiranno poi sulle reali condizioni degli animali cui è rivolto il provvedimento. Quegli stessi animali che prima di diventare oggetto di diatribe politiche, essendo motivo di vanto o di polemica a seconda degli schieramenti, hanno sempre suscitato soltanto indifferenza fra i politici di destra , come di sinistra. Che la questione si affronti, come è giusto che sia, ma che nessuno osi strumentalizzare il nostro operato, i nostri ideali e le nostre passioni. I diritti degli animali e il rispetto dell' ambiente non hanno colore politico.

Siamo pronti ad accettare e a rispettare opinioni e posizioni palesemente agli antipodi rispetto alle nostre, a combatterle, se è il caso, nel rispetto delle leggi e dalla libertà di ognuno di esprimere il proprio pensiero, ma non possiamo far altro che indignarci di fronte a chi si traveste da animalista o ambientalista solo per innescare polemiche politiche senza peraltro apportare nulla buono alla causa!

 E se proprio c'è qualcuno che fatica a prendere sonno nel pensare a quei cani abbandonati e bisognosi di cure, gli facciamo presente che può sempre unirsi a tutti quei cittadini, che nell'anonimato e senza che alcuna legge lo imponga, dedicano tempo e denaro ad alleviare quelle sofferenze.

Concludiamo, ribadendo quanto abbiamo fatto presente più volte e cioè che il cane è un animale domestico, selezionato dall'uomo nel corso dei secoli, impiegato per gli usi le esigenze più disparate e che il randagismo, quindi è  un problema tutto umano, connesso alla cattiva gestione che l'uomo ha fatto di questa sua creatura ma che adesso deve trovare il coraggio di affrontare e risolvere saggiamente. Non può più pretendere di cavarsela con i canili, perché non ce ne saranno mai abbastanza, né con polpette avvelenate, provvedimenti, oltre che illegali e immorali, sicuramente più dispendiosi  di una adeguata gestione, in quanto,  temporanei e nient'affatto risolutivi.

 

WWF GIOIA DEL COLLE - ACQUAVIVA DELLE FONTI - SANTERAMO IN COLLE

Inaugurazione nuova rubrica: Metodologie di studio applicate alla politica

Probabilmente non sarà un nome molto pratico, volendo potrà essere semplificata come M. S. A. P., oppure si potrebbe aprire un poll con eventuali nomi papabili, poi siamo sempre disponibili a modificare il nome...


Dettagli a parte, questa nuovissima rubrica cercherà di facilitare l'apprendimento di complessi meccanismi sociali, economici, politici e geopolitici utilizzando il rinomatissimo metodo del Pitone di Montagna che ha già riscontrato nelle modernissime scuole dotate del sistema TV-teaching e del drugged-lerning ottimi risultati di brain-draining. 
Il meccanismo è molto semplice: ogni nuova nozione non viene spiegata verbalmente dal docente, ma si lascia libero lo studente di comprendere il meccanismo che regola un dato sistema, tramite un videogioco o giochino che lo rappresenti alla perfezione. Con l'esempio che segue, sarà tutto più chiaro...

La lezione numero uno riguarderà appunto con confronto tra l'attuale sistema scolastico ed il nuovo modello proposto. 
Ad un vecchio tipo di scuola fatto di parolai, manualoni datati ed ancora non corretti, si sostituisce quello delle poche parole, perciò nel rispetto di questa prima regola, lascio spazio direttamente al gioco.


Accadde ieri...

A distanza di soli 10 anni, una pietra miliare nella lotta per una politica "pulita" diventa un capitolo di storia da riscrivere.
A distanza di soli 10 giorni, sulle prime pagine viene confermato quello che CritiCAttiva criticava tra parentesi tonde, il Famoso dichiara apertamente che «Mani pulite mise fine a 50 anni di progresso», «Mani pulite colpì il benessere».


 
La fonte dei titoli: Repubblica online ed IlSole24ore.com

Sono state bloccate tutte le nuove edizioni di manuali di storia contemporanea, quelle purtroppo già stampate, sono state ritirate, quelle già vendute sono state dotate di un particolare kit detto "del giovane revisionista" con tanto di adesivo bianco per sostituire le parole secondo il seguente schema:

tangenti           sostituire con              qualche errore
magistrati        sostituire con              terroristi comunisti
legalitià             sostituire con              abuso di potere
Mani Pulite       sostituire con             tentativo di colpo di stato, fallimentare
corruttori          sostituire con             politici che avevano a cuore lo stato italiano

ecc. ecc.

Studiate finchè potete, studiate ed organizzatevi, organizzatevi e resistiamo.

Ad onor del vero...

Non sono un dipietrista e non ho mai guardato con entusiasmo il fenomeno del Di Pietro politico, per me rimane sempre il magistrato di Mani Pulite (un passaggio della storia che, ahimè, rimane ancora troppo oscurato nelle scuole e che la valanga di revisionismo contemporaneo vuole trasformare in un "colpo di stato della magistratura"... ah ah ah....).


Ma questa mattina ho sentito un piccolo brivido, il ridestarsi di quel sopito orgoglio italico che si sveglia solo quando sfoglio i musei. Spero che il video seguente vi possa regalare la stessa scossa.



Terrorismo ed informazione

Molti amano la violenza, in ogni sua forma, per alcuni diventa l'unica legge possibile, sopratutto quando è possibile applicarla senza ripercussioni, magari legali. (Violenza di destra)

Alcuni invece sono stati istruiti sulla via della violenza, hanno "ricevuto l'ordine", anche in questo caso si può alzare manganelli senza ripercussioni. (Violenza di polizia)
Qualcuno invece paga conti troppo salati, per una violenza "comica", quella della satira, delle pene molto più alte dell'esilio televisivo. (Censura violenta)

E' una classificazione che potrbbe durare ancora molto, l'ingegno umano ha ben pochi limiti nell'inventarne nuove forme ed una malsana predispozione a ricorrere alla violenza come primo strumento risolutivo.

CritiCAttiva rimane ovviamente uno spazio Pro-pace, ripudia ogni forma di guerra, avversa il bombardamento mediatico e gli stupri televisivi quotidiani e sostiene chi combatte il progetto di disinformazione e plagio che "gli zar dei media" stanno attuando... anche se queste lotte possono sembrare dei veri e proprio attacchi di terrorismo. A volte sono necessari due schiaffetti per risvegliare le coscienze... ma lascio a voi lo spazio per ogni giudizio. (Clicca QUI per gli altri video, i seguenti sono solo due dei tanti)







Quando la satira supera l'informazione

Mi sento moralmente costretto a condividere una bellissima esperienza che ieri sera ho avuto fissando il mio teleschermo, moralmente perchè trovo più che giusto condividere quella risata amara tipicamente italiana con quanti possano aguzzare occhi, orecchie e intelletto quel tanto per districare la matassa di accuse che "la grande esclusa" della TV italiana è riuscita a lanciare.

Sopratutto spero di fare un favore a chi avesse perso la puntata di AnnoZero di ieri sera :P

Beware: offese pesanti a tutti, sono esonerati: sensibili, carenti di autocritica, permalosi, bugiardi e piduisti.





PD o PDue?

Nel vasto mare del cazzeggio, può capitare di imbattersi in qualcosa di meno sconfortante delle notizie ai telegiornali, può capitare di trovare una battutina, una frase che in un contesto più ampio può persino scuotere alcune delle tue più ferree convinzioni.

Quanti nostalgici avevano perso speranza con l'avvento del Veltronismo e del "Sì, ma anche"?
Ebbene, oggi posso lasciare qualche speranza (effimera, certo) che dimostra che anche in un grande partito demo-cratico esiste chi ancora spera, ragiona e crede: i Dajisti. (Per approfondire l'argomento, clicca http://www.fondazionedaje.com/)





Contro il lodo Alfano (cfr Ghedini)

A scuola spesso si studiavano le forme di governo e le maestre si industriavano nel cercare di spiegare che differenza sussistesse dall'una e dall'altra. Potevano sembrare concetti astratti e complessi per dei bambini, ma la mia cara professoressa mi insegnò con chiarezza in cosa consistesse il ruolo del "monarca assoluto", riportandoci l'etimo delle parole:



Assolùto lat. ABSOLUTUS p. p. di ABSOLVERE sciogliere, liberare (v. Assolvere, Sciogliere). - Libero, Indipendente, ossia prosciolto da vincoli, limitazioni, ecc.


"Ma libero e prosciolto da vincoli di che natura? Ovviamente dalle leggi, qualcuno al di sopra di ogni regola". Questo concetto è bene e chiaro anche ad un ragazzino delle medie, non ho mai creduto di avere un'intelligenza superiore, quindi immagino sia lineare per chiunque abbia raggiunto l'età della logica.

adesso un altro punto:

  • 1994: decreto Biondi (leggasi Previti 1): comunemente noto come "il salva-ladri" votato il giorno in cui, nelle semifinali della Coppa del Mondo, L'Italia sconfiggeva la Bulgaria (quando ancora bisognava nascondere certe cose), favoriva gli arresti domiciliari per i crimini di corruzione e permetteva il ritorno a casa indisturbato di personaggi ospiti dello stato durante "Mani Pulite".
  • Legge sulle rogatorie: per eliminare le prove sulle tangenti ai giudici. Votata in via definitiva il 3 ottobre 2001, grazie anche a colpi di spugni procedurali dei due presidenti delle Camere (Pera e Casini). Il magistrato Bernard Bertossa, procuratore generale di Ginevra, commentò così: “Queste vostre nuove regole sulle rogatorie sono in contrasto con tutti gli accordi tra Stati sulla validità delle prove raccolte all’estero: si tratta chiaramente di disposizioni politiche dirette a far cadere le indagini e i processi più delicati. Ma anche per il futuro, per noi magistrati svizzeri diventerà molto più difficile, anzi praticamente impossibile, continuare a collaborare con l’Italia nelle indagini sulla corruzione, sul riciclaggio dei patrimoni mafiosi e sulle organizzazioni che finanziano il terrorismo. Non resta che sperare in un intervento di Bush sul vostro premier Berlusconi: Osama Bin Laden ha soldi in Italia?” (dal Corriere della sera, 27 Settembre 2001).
  • Legge sul falso in bilancio: per depenalizzare il reato e salvare Berlusconi nel caso All Iberian. Il processo nasce nel 1998: i pubblici ministeri sono convinti che nel conto All Iberian della Fininvest erano nati fondi neri per mezzo di società off shore. Per l’accusa tra il 1989 e il '96 transitò in quel conto un miliardo di euro per operazioni finanziarie illecite, corruzione di magistrati, e finanziamento di partiti tra i quali il Psi di Bettino Craxi. La nuova legge ridusse da sette a quattro anni il termine di prescrizione del reato di falso in bilancio e ne abolì la fattispecie dal codice penale. Già nel febbraio del 2003 caddero le prime accuse, proprio per l’arrivo della prescrizione. Berlusconi fu assolto nel settembre 2005 dai giudici della seconda sezione penale del tribunale di Milano perché il fatto non costituiva più reato. L’avvocato di Berlusconi Pecorella, riassumendo, disse che era una sentenza attesa perché la legge l’aveva scritta lui. Tale legge sevì a Berlusconi anche in altri processi.
  • Legge Cirami: approvata martedì 5 novembre 2002, per spostare i processi da Milano a Brescia. Secondo la procura della Repubblica di Milano, alcuni magistrati romani (il capo dei gip Renato Squillante, i giudici Vittorio Metta e Filippo Verde) hanno venduto sentenze. A corromperli a suon di miliardi sarebbero stati alcuni imprenditori (Nino Rovelli, Silvio Berlusconi), con la mediazione di alcuni avvocati-faccendieri (Casare Previti, Attilio Pacifico). Le tre sentenze di cui l'accusa trova elementi di prova per sostenere che sarebbero state comprate e vendute sono quella che affida a Rovelli, detto il Clark Gable della Brianza, un megarisarcimento (972 miliardi dello Stato) per chiudere il contenzioso che opponeva la sua Sir all'istituto bancario Imi; quella che blocca l'acquisto del gruppo alimentare Sme da parte di Carlo De Benedetti; quella che fa prevalere Silvio Berlusconi nella guerra per la conquista della Mondadori.
  • Lodo Maccanico-Schifani: riguardante la non procedibilità e la sospensione dei processi in corso per le cinque più alte cariche dello Stato. Approvata il 20 giugno 2003, sospese di fatto il processo SME per il presidente del Consiglio. La legge venne poi dichiarata incostituzionale dalla Corte Costituzionale il 13 gennaio 2004. I giudici ritennero il Lodo in contrasto con gli articoli 3 e 24 della Costituzione.
  • Legge ex Cirielli: per dimezzare i tempi della prescrizione. Il primo effetto fu di salvare Previti dalla galera. Da molti definita la peggiore delle leggi ad personam, per Luigi Bobbio, allora capogruppo An, servì a “svegliare dal torpore la Magistratura”. Previti fu salvato successivamente anche dai domiciliari grazie al maxi indulto.
  • Legge Pecorella: sull’inappellabilità delle sentenze di proscioglimento. Eliminò in pratica la funzione della Corte di Cassazione. Servì ad abrogare il processo d’appello Sme-Ariosto.
  • Legge sulle intercettazioni Berlusconi-Nicolò Ghedini-Angelino Alfano: la legge-bavaglio, se per sfortuna del caso una intercettazione giunge in mani sbagliate è compito dell'Autorità Giudiziaria distruggere tutti i dati, evitarne una copia di qualsivoglia natura e la stessa intercettazione non è utilizzabile a fini processuali in quanto non costituisce notizia di reato. La Federazione Europea dei Giornalisti dichiara: "L'assemblea annuale della Federazione europea dei giornalisti condanna il progetto di legge del governo italiano che, con la scusa della privacy, vuole stabile sanzioni penali ... Questa è un'iniziativa che mette il bavaglio ai giornalisti e impedisce ai cittadini di essere informati su temi d'interesse pubblico compresi nelle inchieste giudiziaria".
Ed eccoci a oggi: il Lodo Alfano, un secondo tentativo dopo il Lodo Schifani, ma questa volta
 portato a segno. Il livello di informazione, spero sia tale da non rendermi necessaria una spiegazione approfondita che rischia facilmente di essere bollata come faziosa, per tal motivo cito una fonte a parte wikipedia, che QUI spiega in poco e bene in cosa consiste e QUI parla del processo Berlusconi-Mills.

Rifacciamo 2 conti:

Se la mia logica e la mia cara maestra non mi ingannano:

monarca assoluto= chi possiede tutto il potere governativo ed è privo di limiti legali.

Berlusconi=  Presidente del Consiglio, libero da doveri nei confronti della legge.

Per completare l'equazione manca poco, ad esempio privare i cittadini del diritto di voto... ma un grande passo si è già compiuto impedendo l'indicazione di una preferenza elettorale.

ESSI VIVONO e non hanno bisogno di nascondersi.






A Gioia del Colle è possibile firmare per il referendum contro il Lodo Alfano nella locale sede del PRC in Vico Gelso 4, dalle ore 19,00 in poi.

In Italia si può...



Sarà forse perchè esiste una generazione che ha dimenticato, una che non sa, una che non vuol sapere...
Sarà forse perchè tanto "non è importante"...
Sarà forse perchè "la libertà viene prima di tutto" e tutti siamo liberi di fare quello che ci pare...

O sarà perchè chi governa e guida lo Stato, chi governa e guida le TV, chi governa e guida le forze dell'ordine, chi governa e guida le coscienze collettive, è stato la tessera n° 1816 della loggia massonica P2?

Io, con infantile ingenuità, continuo a sperare ancora che sia solo l'ignoranza a permettere che questo accada, pertanto consiglio alle giovani generazioni di raccogliere almeno le basi, QUI.

Chiaramente eviterò di commentare le dichiarazioni, ma ne valga una per tutte:

 "Avevo molta fiducia in Fini - ha detto Gelli - perché aveva avuto un grande maestro, Giorgio Almirante. Oggi non sono più dello stesso avviso, perché ha cambiato" (fonte Repubblica.it, clicca QUI per l'articolo integrale)

E ricordate.... ESSI VIVONO, ma non hanno neanche bisogno di nascondersi, è questo che preoccupa di più.

30 ottobre sciopero generale della scuola

Quello del 30 ottobre a Roma non è una manifestazione come tante, non è uno sciopero per marinare la scuola, non è una scampagnata nella capitale. Questo è quanto, noi di CritiCAttiva, intendiamo comunicare a chi considera dei "facinorosi" quella manciata di studenti che sfilerà per Roma.
Fino a questo momento, CritiCAttiva ha sostenuto le iniziative dei sindacati studenteschi che hanno ridato speranza a chi credeva che un popolo intero fosse sopito da qualche parte, sotto la crosta dei diritti soffocati, pare che finalmente il grande gigante buono si sia ridestato. A maggior ragione crediamo che quella del 30 ottobre sarà una giornata cruciale nella lotta contro un pericoloso piano criminale di demolizione di una struttura sociale paritaria, portato avanti da chi vede nella scuola pubblica il primo dispensatore dei semi della ragione, della riflessione e della capacità critica. Sono questi i grandi pericoli intravisti da chi vuole un popolo di sudditi dormienti.

E quando il potere dei media non è sufficiente a mantere sopita la cittadinanza, è il momento delle minacce, dirette agli occupanti, indirette per i genitori dei potenziali occupatori.

Per questo riteniamo necessaria la mobilitazione, pacifica e paficista, cosciente e coscienziosa, a sostegno degli studenti e dei lavoratori, in difesa di un diritto alla sciopero e della libertà di pensiero, non solo "contro la 133"


Dall'ICI all'addizionale IRPEF comunale



La storia di Vinceslao:

un giovane con la passione per i treni, per le macchine a vapore, che fin da pargolo dimostrò la sua spiccata abilità con le rotaie. Un volta grandicello, riuscì a sedere sullo sgabello del macchinista, coronando il suo sogno di guidare la grande locomotiva. Tra baruffe e scioperi generali, Vinceslao trascorse gli anni migliori della sua vita, non senza qualche piccolo sconveniente, qualche piccolo incidente, qualche disastro... Ma si sa, la vita dei ferrovieri è piena di forti emozioni. Nonostante tutti i rischi e pericoli, Vinceslao ha comprato una macchina, una casa, ha preso moglie ed infite ha festeggiato la sua festa di pensionamento. Alla veneranda età di 70 anni, (a destra una foto del nostro giovane protagonista, a sinistra invece una foto più recente) percepisce una pensione media di 21.569,00 euro euro l'anno che sommati ai 17.874,00 di sua moglie Marietta, costituiscono il reddito annuo della coppia.


Questi gli antefatti, ora gli sviluppi:

Vinceslao e Marietta vivono a Gioia del Colle, in Italia. Il Paese ed il paesino sono politicamente affini, accomunati da una stessa sorte elettorale: la "Libertà" ha trionfato. Gli anziani coniugi hanno votato per l'abolizione dell'ICI e per l'abolizione dell'addizionale IRPEF comunale, l'una portata avanti dal vertice Berlusconius III lo statista, l'altra portata avanti dal "Magnifico", il vittorioso neosindaco di Gioia del Colle.

Vinceslao e Marietta sono contenti, avendo visto che il principe di Arcore mantiene le promesse, l'ICI non l'hanno pagata quest'anno... Peccato che il berlusconeide non sia all'altezza del suo prototipo alpha, la sua promessa (conservata nei sacri archivi del Tempio della Libertà, CLICCARE PER CREDERE) è rimasta nel divino dimenticatoio delle Promesse Elettorali. A Gioia l'addizionale IRPEF rimane, dopo la sua prima apparizione per volontà commissariale.

Ora un po' di matematica:

L'anziana coppietta ha per anni pagato un'imposta ICI che si aggirava intorno agli 80,00 euro (lo studio Uil sulle famiglie, valuta in 73,35 euro), da quest'anno potrà risparmiare questa cifra che viene "gentilmente donata" da Santosubito.

L'anziana coppietta per anni non ha pagato un'addizionale IRPEF dello 0,3%, (questo è il valore designato dal Commissario), da quest'anno dovrà versare lo 0,3% del loro reddito annuo.

Chiamiamo una nostra conoscenza a far di conto per calcolare quanto i due vecchiettini dovranno pagare di IRPEF comunale:


21.569,00 euVo (reddito marito)
diviso 100
moltiplicato peV 0,3 (percentuale IRPEF)
uguale 64,707 euro

più

17.874,00 euVo (reddito moglie)
diviso 100
moltiplicato peV 0,3 (percentuale IRPEF)
uguale 53,622 euro

Complessivamente l'anziana coppia pagheVà 118,00 euVo di addizionale IRPEF.

Continuando a far di conto: 118,00 (IRPEF da pagare) meno 80,00 (ICI tolta) uguale 38,00 euro. Se pagare 38,00 euro in più pare un risparmio, bisogna ammettere che Silvio ha davvero dato una mano alle famiglie italiane.

A scanso di critiche:

Qualcuno a questo punto potrebbe avanzare un personalissimo dubbio: che legame esiste tra l'ICI e l'addizionale IRPEF? Semplice... l'eliminazione dell'imposta catastale ha privato i comuni di una fonte primaria di entrate (fino a casi estremi, come dichiara una fonte di parte). Il mantenimento dell'aliquota IRPEF risulta quindi una necessità a cui anche Gioia del Colle è stata costretta. CritiCAttiva è sicura della buonafede del nostro sindaco, crede che la grande battaglia elettorale del centro-destra per l'abolizione dell'addizionale IRPEF è stata condotta in buonafede, ed in buonafede riconosce l'impossibilità di mantenere la promessa.

Dubitiamo che questa situazione possa creare un contrasto tra base e vertice del "Grande Popolo" della libertà democratica, tuttavia apprezzeremmo un atto di onestà intellettuale che dichiarasse l'impossibilità a mantenere fede ad un programma elettorale per colpa del Supremo della propria coalizione che in un malaugurato faccia a faccia lanciò il suo annuncio pubblicitario da televendita.

Pertanto CritiCAttiva sosterrà una campagna volta all'abolizione dell'addizionale comunale IRPEF ed il ripristino dell'ICI sulla prima casa.

I veri scopi di una protesta

L'antica prassi dell'informazione insegna: "Quando davvero sei costritto a riferire una notizia, raccontala a modo tuo".

Pertanto se si è costretti a parlare quotidianamente della mobilitazione "Contro la 133"... bisogna parlarne: "è una protesta strumentalizzata dai sinistroidi (ovviamente per ragioni di opposizione politica, quindi) contro il maestro unico ed il voto in condotta!".

Ovviamente nella notizia c'è sempre il pettegolezzo dei talk show, quando dalla notizia emergono le biografie o indiscrezioni personali.

Pertanto se la gente scende in piazza è perchè "ha bisogno di lamentarsi" del grembiule, del voto in condotta, del maestro unico, del passato del Ministro Gelmini, per fare festa, per bigiare la scuola, per evitare ore di lavoro (gli insegnanti), per smorzare la monotonia della vita casilinga (i genitori).

A volte si intravede qualche testimonianza, sfugge qualche intervista, che se non artatamente elaborata e tagliata, rivela delle argomentazioni sfuggite ai giornalisti.
Può persino capitare che "la protesta contro la 133" diventi contro i tagli o contro la trasformazione delle scuole in fondazioni... diventi una protesta che coinvolge l'orientamento globale che chi guida sta cercando di imporre all'intero sistema dell'istruzione.

Ormai appare superato un sistema di informazione in cui la grande lotta delle bugie si basava solo sui numeri e sulle percentuali, è molto più semplice limitarsi all'oggettività, eliminando gli spigoli scomodi ed i dettagli che possano generare dubbio nello spettatore.

Questo mi ricorda qualcosa...

Ma guarda un po' che strano...

Il depuratore "costa" al Comune una multa di 60mila euro

Tutto deriverebbe dallo smaltimento del siero nella fogna. Ieri un incotro tra allevatori e caseari.

di Lucia Rizzi

La questione del cattivo odore del depuratore dovuto agli scarichi abusivi è costata al Comune una multa il cui importo oscillerebbe tra i 6 ed i 60mila euro. Qualche giorno fa, infatti, la Polizia Provinciale ha notificato al Comune questa multa a seguito di una verifica effettuata presso l’impianto di smaltimento, verifica che ha portato alla luce degli scarichi abusivi nella fogna, di materiale per il quale è previsto un diverso tipo di smaltimento. Il Comune, nonostante la gestione del depuratore attenga all’A.Q.P., è l’organo che dovrebbe occuparsi di controllare che situazioni del genere non avvengano, motivo per cui la multa è stata notificata al Sindaco.

In realtà è ben chiaro che quanto accaduto sia strettamente collegato al problema dello smaltimento del siero. Non è certo notizia nuova che questo venga ormai scaricato dai caseifici direttamente nella fogna, essendo diventati esosi i costi per lo smaltimento secondo le direttive imposte dalla legge. Siamo di fronte ad una vera e propria emergenza: a fronte di questa multa, infatti, è quasi certamente probabile che nelle prossime settimane partano dei controlli e laddove venissero riscontrate ancora situazioni di inadempienza, le conseguenze per il caseificio in questione potrebbero essere gravi e tali lo sarebbero anche tutte le ripercussioni sull’intera filiera.

A fronte di questa situazione, ieri sera presso il chiostro del Comune si è svolto un incontro tra allevatori, caseari, rappresentanti delle associazioni di categoria, alla presenza dell’Assessore Franco Giordano e dell’Assessore Bernardino Lattarulo. L’intento è stato quello di provvedere ad una risoluzione immediata che ovvi allo smaltimento del siero nella fogna. Si parla di risoluzione immediata, perché è un problema che non può aspettare ed in particolare che non potrebbe aspettare la realizzazione di due impianti: un primo che dovrebbe sorgere grazie all’impegno della Comunità Montana. Si tratterebbe di un depuratore in grado di trasformare il siero in altri sottoprodotti che troverebbero spazio in altri settori del mercato. Diversamente si parla anche di realizzare un secondo impianto, una centrale della biomassa che trasformerebbe siero e liquami in gas e da questo gas si riuscirebbe ad ottenere energia alternativa. Siamo di fronte a due progetti importanti che, se non trovassero ostacoli burocratici, nel giro di poco più di un anno potrebbero essere realizzati, ma il problema richiede, invece, una soluzione, seppur provvisoria, a partire da domani.

L’alternativa immediata allo smaltimento del siero sarebbe quello di utilizzare questo per la zootecnia, in particolare parliamo del siero ricavato dalle mozzarelle, diversamente quello della ricotta contenendo troppi prodotti chimici dovrebbe andare in discarica. Ma dove? La CIA, negli scorsi giorni è riuscita a stipulare una convenzione con un’azienda di Mottola, che imporrebbe costi di poco più bassi rispetto a quelli degli ultimi periodi: si aprla di 33 euro al mq3, rispetto ai 38. Tuttavia questo sarebbe comunque un passaggio che metterebbe in tutta sicurezza i caseari, in quanto quest’azienda rilascia anche certificati che attestano l’avvenuto smaltimento.

Rispetto a questo secondo punto, la discussione di ieri non ha incontrato grossi ostacoli, ostacoli che, invece, sono apparsi insormontabili tra allevatori e caseari rispetto all’utilizzo da parte dei primi del siero per l’alimentazione esclusivamente di suini ed equini. Il dibattito si è subito acceso e la soluzione sembrava esser ancora troppo lontana. Gli allevatori lamentavano innanzitutto il fatto che Gioia si basi prevalentemente sull’allevamento di vacche da latte per le quali il siero non sarebbe indicato, motivo questo che andrebbe a ridurre notevolmente la portata del siero da smaltire e quindi il problema così facendo si risolverebbe solo in minima parte. Tra l’altro come un allevatore ci ha spiegato nel momento in cui decidessero di accettare il siero, sempre però previa autorizzazione dell’ASL, questo dovrebbe da loro stessi essere stoccato secondo un procedimento che incontra rigidissimi paletti nella legge, situazione questa che metterebbe gli stessi nella condizione di essere soggetti a ripetuti controlli da parte delle autorità.

La soluzione ottimale, secondo anche quanto lo stesso Assessore Giordano ha dichiarato, vorrebbe una collaborazione tra allevatori e caseari sempre in attesa degli impianti, ma gli allevatori sembrerebbero ulteriormente inaspriti da una situazione di ricatto che a tal proposito si sarebbe creata: pare, infatti, che diversi caseari impongano l’accettazione del siero da parte degli allevatori in cambio della possibilità di continuare ad acquistare dagli stessi, latte. Si capisce bene che i due settori sono strettamente connessi e se per qualche motivo quello caseario dovesse incontrare grosse difficoltà, anche gli agricoltori ne risentirebbero in maniera pesante. Questo sistema, in grossa difficoltà, non è una situazione legata solo a Gioia, ma riguarda un po’ tutta la Puglia. Nei giorni scorsi degli incontri in Regione hanno posto le prime basi per risolvere il problema ed a fronte di questa situazione di contingenza diffusa, il Sindaco vorrà chiedere alla Polizia Provinciale, quantomeno la sospensione della sanzione.


Non volevamo dire che ve l'avevamo detto... e non siamo stati gli unici...


Ma effettivamente l'avevamo detto, sia QUI che QUA.

Classi separate per bimbi immigrati. La Camera approva mozione Lega

Una misura razzista da una maggioranza razzista:

La proposta, neanche a dirlo, arriva dalla Lega. E così dopo un acceso dibattito si alza, attraverso una mozione approvata alla Camera, l'ennesimo muro: classi separate per gli immigrati

265 sì, 246 no, un astenuto e “classi di inserimento” piuttosto che “classi ponte” come definizione. Questi numeri e parole di una mozione che per il suo firmatario, il capogruppo della Lega alla Camera Roberto Cota, «serve a prevenire il razzismo e punta a realizzare una vera integrazione», la cui approvazione ha spaccato anche la stessa maggioranza. In sintesi dall'anno prossimo l'ingresso degli studenti stranieri nelle classi dovrà passare attraverso delle prove di ingresso che, se non superate, porteranno all'inserimento del bambino in una classe speciale fatta solo da stranieri. Il motivo? Sempre secondo i promotori alla mozione, i bambini stranieri ritardano od impediscono l'apprendimento di quelli italiani.

Ma non basta sono altre le novità approvate dalla Camera: non sarà consentito l'inserimento degli studenti stranieri nelle classi ordinarie oltre il 31 dicembre di ciascun anno «al fine di un razionale ed agevole inserimento degli studenti stranieri nelle nostre scuole». E la «distribuzione degli studenti stranieri sarà proporzionata al numero complessivo degli alunni per classe, per favorirne la piena integrazione e scongiurare il rischio della formazione di classi di soli alunni stranieri»... il contrario del principio affermato dalla prima parte della mozione.

Una scuola che fa sempre più passi indietro, uno scandaloso ritorno a concetti pedagogici oramai superati, quelli che avevano creato le classi di serie B, le classi differenziali. La distruzione di un percorso, quello dell'integrazione, che negli anni era giunto finalmente alla considerazione dell'altro non attraverso la strada del deficit, dell'handicap fisico o sociale che sia. Come le classi speciali per rom, abolite definitivamente nel 1982. Niente da fare per il governo, sei diverso e la tua presunta diversità è un fardello che devi abbattere, da solo o con i tuoi simili... in classi speciali da cui uscirai all'altezza degli altri bambini, quelli italiani.


La mobilitazione per il Teatro Rossini.

La querelle sulle sorti del teatro Rossini è più accesa che mai, lo ha dimostrato l'assemblea tenutasi ieri, 15 ottobre 2008, nella sala De Deo del comune di Gioia del Colle. Apertasi alle ore 18:30, la discussione si è protratta sino alle 21:30 ed è stata chiusa per limiti di orario, purtroppo limitando di fatto il numero degli interventi prenotati. CritiCAttiva è stata presente anche in questa occasione ed insieme alla sua presenza fisica nel luogo di lotta, pone il suo sostegno all'appello del comitato promotore "Salviamo il Rossini" ed appoggia la campagna promossa dalla sezione locale del PRC "P. Impastato".

Allarmi siam fascisti!

Da wildgretapolitics

Ecco tre versioni di quanto accaduto allo stadio di Sofia per la partita Bulgaria-Italia. Inutile dire che i giornali filogovernativi mistificano la realtà. Una realtà inquietante, se pensiamo che è stato proprio il Ministero dell’Interno ad autorizzare la trasferta dei 144 ultrà fascisti noti alla polizia. Ma ormai, visto che è stata proposta anche una tassa sull’immigrato e la riforma scolastica mira a spazzare via la “pericolosa ideologia progressista” annullando il Tempo Pieno, appare sempre più chiaro che la paura di una “dittatura dolce” evocata da Antonio Di Pietro, più che una paura sia una certezza. E sul “dolce” avrei qualche dubbio. Di seguito gli articoli più signficativi sulla partita.

Cori fascisti e botte per Bulgaria-Italia. La partita finisce 0 a 0, Lippi soddisfatto

Simboli nazifascisti allo stadio

Alcuni tifosi bulgari nello stadio di Sofia. Epa

Gli Ultras Italia erano arrivati allo stadio a piedi, scortati da una moto della polizia e alcuni agenti: e durante il percorso per le strade di Sofia e’ stato un miscuglio di cori calcistici, di ricordi per Gabriele Sandri, il tifoso della Lazio ucciso da un colpo di pistola di un agente di polizia italiano, e soprattuto di ‘Faccetta Nera’, ‘Duce Duce’ e altri cori fascisti.

Poi, all’arrivo allo stadio, l’ingresso nel settore loro riservato e subito il tentativo d’assalto agli spettatori bulgari. Un gruppo di italiani ha percorso tutti i gradoni cinghie dei pantaloni in mano, e’ arrivato fino alla cancellata che delimita il settore e ha cominciato a menar fendenti e a tirare oggetti dall’altra parte. La tensione e’ stata molto alta per alcuni secondi, prima che una trentina di poliziotti con caschi, corpetti e manganelli entrasse e riportasse con calma indietro i sostenitori italiani.

I nominativi al ministero dell’Interno
La Federcalcio ha poi precisato di aver venduto 144 biglietti a tifosi italiani per quel settore, dopo aver girato al ministero dell’Interno nomi e dati anagrafici dei titolari della richiesta e dopo averne ricevuto indietro il nulla osta. Da quel momento, gli Ultras Italia sono passati sotto il controllo della polizia locale. Domenico Mazzilli, responsabile della sicurezza della nazionale azzurra, e Roberto Massucci, suo vice, hanno offerto il loro supporto alla polizia bulgara.

Secondo l’agenzia BGNES, almeno un poliziotto è rimasto ferito negli scontri che hanno coinvolto una trentina di tifosi che si lanciavano bottiglie e pietre gli uni contro gli altri. Quando la polizia è riuscita a sedare la rissa, ha aggiunto l’agenzia bulgara, alcuni facinorosi sono stati arrestati.

Fischiato l’inno nazionale
Salve di fischi hanno coperto l’inno di Mameli prima della partita. Questa l’accoglienza dei tifosi bulgari all’Italia campione del mondo, dopo i tafferugli del pre-gara. Mentre risuonavano le notte dell’inno di Mameli, i sostenitori italiani nello spicchio di curva loro riservato, salutavano con il braccio teso in posa inequivocabilmente fascista.

La condanna di Abete
Il presidente federale Giancarlo Abete condanna il comportamento dei tifosi italiani a Sofia in occasione di Bulgaria-Italia.’Bisogna sempre prevenire - osserva - e se ci sono stati comportamenti impropri, come ci sono stati, sono da sanzionare’. Abete chiarisce che ‘la vendita dei biglietti e’ nominativa e si puo’ recuperare ogni persona’. Quanto al clima, sottolinea che ‘e’ teso, e quello che e’ successo prima della gara lo ha dimostrato. Ma la partita appare tranquilla’.

La versione falsa de “Il Giornale”

Serata calda per i 250 tifosi italiani arrivati a Sofia per assistere alla partita con la Bulgaria. Un gruppetto, isolato, è stato aggredito nel pomeriggio, nei pressi di un bar all’aperto, da alcuni ultrà del Cska: da sfondo rivalità politiche (il gruppetto italiano, gemellato con il Levski, avrebbe inneggiato al Duce e cantato «Faccetta nera» e altri inni fascisti per le strade della città).
Più tardi, all’ingresso nello stadio Vassil Levski, il gruppo di tifosi italiani si è scontrato con i bulgari ed è stato fatto oggetto di un piccolo assalto con lancio di petardi, bottiglie e tentativo di sottrarre loro il tricolore. A quel punto l’intervento delle forze dell’ordine e il tempestivo arrivo dei due funzionari del ministero dell’Interno che si occupano della sicurezza della Nazionale (Mazzilli e Massucci) hanno riportato la calma. Più tardi, al momento degli inni (fischiatissimo quello di Mameli) altri attimi di tensione con una bandiera italiana bruciata, svastiche e fasci comparsi tra le tifoserie

dal sito fiorentina.it

Entrate le squadre, l´intero stadio o quasi ha fischiato l´Inno di Mameli. Nella curva più accesa dei bulgari sono spuntate anche bandiere naziste. Il tifo a Sofia è politicamete diviso: di sinistra quelli del Cska, di destra quelli del Levski che si muovevano nello stadio di casa. Un mix allucinante. Un ultras italiano ha bruciato una bandiera bulgara, scatenando la sollevazione della curva alla spalle del povero Amelia. Per sua fortuna c´era l´ampio spazio della pista d´atletica a dividerlo dalla rabbia dei bulgari. Le due fazioni si sono tirate addosso tutto quello che capitava: bottiglie che avevano superato i controlli e qualche asta di bandiera. La polizia aveva perquisito tutti all´ingresso: ma sono entrati lo stesso razzi, petardi e fumogeni fatti esplodere in una tribale e guerresca nuvola di fumo. Un intero reparto di agenti ha fatto irruzione dentro la curva bulgara menando manganellate e un altro ancora ha stretto i 144 del gruppo italiano nell´angolo più lontano possibile, fuori dalla portata di tiro e sgomberando praticamente l´intero settore. Fatti sparire ovviamente striscioni coi tipici caratteri grafici dell´estrema destra e soprattutto col nome delle città per evitare una più facile individuazione.
La partita sarebbe così proseguita in una clima di tensione, non coinvolgendo, per fortuna le squadre. «Bisogna fare qualcosa, così è impossibile» avrebbe detto il giovane Giuseppe Rossi alla fine. Tutto l´opposto Cannavaro: «Non parliamone, si fa il loro gioco». Un gol, un rigore, un´epulsione avrebbero potuto scatenare una violenza ancora più bestiale: ma non è successo. Salvati dallo 0-0 forse. In ogni caso alla fine la curva bulgara ha salutato tutti cordialmente: «Italia, Italia, vaffanculo».

Brutta bassa e tozza ciminiera!


Prosegue l'indagine già avviata da CritiCAttiva sul nuovissimo impianto termale nell'agro gioiese, per chi avesse perso le puntate precendenti, queste sono facilmente rintracciabili QUI.

Si narra che....
Nel Consiglio comunale del 19/06/08, il Consigliere Comunale Ludovinik ha sollevato la problematica del "cattivo odore" ( Ma quale cattivo odore? Parlava forse dell'intenso profumo di lillà?) diffuso nella zona artigianale, nei pressi della via di Putignano, sostenendo che la causa fosse il depuratore delle acque fognarie. La risposta pronta è stata che: "L'amministrazione conosce il problema e", testuali parole, " Secondo noi il cattivo odore è causato dalla scarsa altezza della canna fumaria". In altre parole: la ciminiera del depuratore (che spicca evidente nella foto in alto) è troppo bassa. E così, noi di CritiCAttiva non abbiamo perso tempo: ci siamo recati immediatamente sul luogo e con l'aiuto del nostro tecnico, l'uomo di Pandizenzero (Gingy per gli amici), abbiamo misurato l'altezza della ciminiera, in effetti molto brutta e tozza rispetto agli standard dei depuratori.
Tuttavia pare che l'amministrazione abbia già interpellato la società Acquedotto Pugliese che invece sosteneva la tesi del malfunzionamento del depuratore stesso. Strano "supporre" qualcosa... quando già se ne ha certezza. Comunque l'amministrazione assicura: "Una volta scoperta la causa, provvederemo a risolvere il problema". Sarà questa la fine di uno dei centri benessere più importanti della Puglia?


NOTA BENE:
In seguito alle segnalazioni dei lettori ed ai relativi dubbi sollevati, CritiCAttiva ha l'obbligo di informare che la suddetta ciminiera non esiste, quella presentata nelle foto è un ovvio fotomontaggio, per realizzare il quale non è stato maltrattato nessun animale e nessun omino di pandizenzero.

La Fine del Capitalismo

Quanto è bello il capitalismo! Un sistema perfetto, che regala la felicità ed il benessere a tutti. C’è la fastidiosa complicazione di quel miliardo di persone circa che soffre la fame, ma è un piccolo sciocco dettaglio. C’è il crescente inquinamento e l’uso a volte un po’ dissennato delle risorse naturali, ma è una quisquilia senza importanza. Insomma, ammettiamolo: il capitalismo è quanto di meglio si possa desiderare. Soprattutto da quando, a partire dagli anni 80, ci si è accorti che per essere ricchi e felici basta buttare al mare lo Stato, togliere i risparmi faticosamente accumulati in 50 anni di lavoro, metterli in mano ad un broker finanziario e lasciar fare a lui, mentre si dormono sonni tranquilli. Come d’incanto, nel giro di poco tempo, i risparmi raddoppieranno, triplicheranno, e anche più. Altro che quel dilettante di Gesù di Nazareth, con i suoi miseri pani e pesci! Viva i broker, viva la finanza, viva Wall Street. Viva il capitalismo e i suoi profeti! Quelli che spiegavano che basta lasciar fare agli animal spirits, al mercato, alla concorrenza, e tutto si aggiusta da solo. Via regole, via lacci, via lacciuoli. Un calcio nel didietro a quelle cassandre patetiche dei pensatori liberali che ricordavano che servono sempre regole chiare e un’autorità che le fa rispettare. Un bel vaffa a quelle stupide donnicciole socialdemocratiche degli economisti keynesiani, che pensano che senza l’intervento dello stato in certi settori il mercato combini dei guai. Al rogo, a morte, quei terroristi menagrami dei politici di sinistra, specie quelli italiani, che puzzano tutti di comunismo da lontano un miglio! Grazie ai profeti dell’ultraliberismo spinto, i Reagan, i Bush, avete visto che crescita record, che sviluppo? E’ facile: basta fare in modo che il denaro non costi nulla, e che tutte le banche lo prestino, senza preoccuparsi se verrà restituito. Chi se ne importa: c’è il mercato, no? Basta impacchettare tutto in una bella cartolarizzazione, emettere un titolo, darlo a un broker che - libero e bello come un dio greco - lo venderà, magari a credito, a qualche risparmiatore in cerca di un rapido guadagno. E via così, senza freni, senza regole, senza controlli, senza lacci e lacciuoli. Fai debiti, che paghi facendo altri debiti, tanto l’economia tira, la nave va, come diceva quel saggio e onesto politico italiano. E vedrai che tutto andrà per il meglio. Ma in questo mondo perfetto un giorno qualcuno, certamente seguace del marxismo leninismo, in qualche landa sperduta dell’America profonda, decise di fallire. Che insolvente, senza il minimo senso del mercato! E se l’insolvente non mi ridà i soldi, resto senza soldi anch’io. E divento pure io un insolvente. Il virus dell’insolvenza è tremendo. Gira che ti rigira, diventano tutti insolventi. Prima le piccole formichine. E chi se ne importa, è solo una piccola crisi passeggera. Disse Bush, il profeta: “Continuate ad investire in questa montagna di carta, mettete fiumi e fiumi di denaro a comprare altro denaro, carta che compra carta. Vedrete, che il mercato tutto aggiusterà”. Ma quando a fallire sono le grandi banche, e il panico si diffonde, la musica cambia. E allora i paladini del mercato, del capitalismo selvaggio e senza regole, si accorgono che lo Stato non fa così schifo e quella puzza che si chiama intervento pubblico, a pensarci bene è un buon profumo. Ed ecco la bella pensata: un fondo dello Stato che compra tutta quella montagna di debiti spazzatura, di carta fatta di niente, che ha arricchito per anni broker, assicurazioni, capitalisti liberisti economisti linotipisti ma certamente non i poveri cristi. Lo Stato invece paga, con soldi veri. Mille miliardi di dollari, sembra una favola, come cappuccetto rosso. Ma chi se ne importa, i broker sorridono felici, come il ragazzaccio che l’ha fatta grossa ma sa che il suo buon papà lo ha perdonato. Il conto salato di un debito pubblico grande come mezzo universo che verrà scaricato sui poveri cristi americani, che un po’ se lo terranno e la gran parte lo regaleranno ai poveri cristi europei, che ne regaleranno gran parte ai poveri cristi cinesi e brasiliani e russi, che ne daranno la gran parte ai poveri cristi che muoiono di fame, che se lo terranno loro, che ben gli sta così imparano a non lodare il capitalismo anche loro. Se questa fosse una favola, adesso arriverebbe un principe, un cacciatore, che se la prenderebbe con i draghi, i lupi, i cattivi: i broker, i profeti del capitalismo selvaggio, Bush e tutti i suoi amici. E che salverebbe i buoni: tutti noi poveri cristi e quei poveri cristi più poveri cristi di noi. Ma questa non è una favola. Cari poveri cristi, anche stavolta, grazie al capitalismo selvaggio e senza regole, gli animal spirits lo metteranno nel didietro proprio a voi!

Buon tutto!

Gomorra non è tanto lontana

“Non basta essere onesti per sentirsi innocenti”

Navigando in internet ci si può facilmente imbattere in un sito che ha un nome che molti di noi conoscono: www.robertosaviano.it; è il sito ufficiale di Roberto Saviano, il giovane scrittore che col suo libro, Gomorra, tradotto in 33 Paesi, ha svelato il funzionamento del Sistema, la camorra.
Questo libro ha riscosso molto successo, molti l’hanno letto, hanno scoperto cose che credevano di non sapere, specialmente in Italia. Saviano, in seguito alla pubblicazione del libro e alle minacce rivoltogli dai grandi boss nel 2006, vive sotto scorta, in un posto segreto e non riesce a trovare una casa in affitto perché i padroni di casa temono ripercussioni; è solo e non ha paura di ammetterlo. Vorrebbe tornare nella sua terra, ma ad aspettarlo ci sono minacce di morte, scritte sui muri che, abbastanza chiaramente, lo invitano a non tornare. Questo ragazzo ha solo 29 anni. Ne aveva 26 quando è iniziato il suo travaglio, nel pieno dell’età in cui molti di noi non sanno ancora cosa fare della propria vita, lui ha effettuato una scelta delicatissima, forse non sapendo quali sarebbero state le conseguenze, ma certamente immaginandolo.
La sua storia ha suscitato forti emozioni, a volte discordanti: c’è chi prova una forte compassione e chi, con sufficienza, pensa che “alla fine si è fatto un sacco di soldi”, molti lo stimano, ad alcuni non fa nessun’effetto: tanto se l’è cercata.
Il punto, ora, non è dare un giudizio sulla sua storia personale. Bisogna fare in modo che di quella scelta lui non si penta. Non basta leggere Gomorra per dire:”Io sto con lui”. Sul sito ci sono interventi periodici dello scrittore che dice la sua su alcuni eventi legati alla camorra . Sono interventi molto interessanti, che non costa niente leggere di tanto in tanto. L’ultimo, risalente al 22 settembre, si chiama “Lettera alla mia Terra”, sulla scia degli avvenimenti di Castelvolturno.
È una lettera in cui, come nel suo stile, dà nomi e cognomi dei responsabili dei vari delitti e, seppur parlando fondamentalmente della Campania, fornisce ottimi spunti di riflessione anche per chi non vive in quella terra ed erroneamente pensa che sia solo un problema lontano.
Non c’è niente di più sbagliato del pensare che questi avvenimenti non ci riguardino. Camorra, ‘ndrangheta, mafia o sacra corona unita sono nomi che identificano queste organizzazioni criminali anche a livello geografico; Napoli, Reggio Calabria, Palermo o Bari. Questo non è vero. La criminalità organizzata affonda le radici in queste località, ma è diffusa ormai in tutto il territorio italiano e anche fuori dai suoi confini; è un fenomeno che interessa anche le regioni del nord Italia che finora se ne ritenevano immuni. Opinione comune è che le guerre tra i clan che si stanno consumando in questo periodo in Campania (ma di cui è stata protagonista anche la Puglia) non tocchino gli esterni. Si sente spesso dire:”che si uccidano tra di loro”. Bene, con questa lettera Saviano precisa che non si tratta solo di omicidi tra criminali. Le vittime della mattanza sono anche imprenditori che si rifiutano di pagare il pizzo, immigrati che non hanno nulla a che fare con spaccio e prostituzione, ma che vengono sfruttati dai padroni o semplicemente gente che passa di lì per caso. Tutto questo apparentemente non ha niente a che fare con il nostro piccolo paese di provincia. Non sono così diffusi gli omicidi per mafia a Gioia del Colle, anche se non siamo immuni da sparatorie, che ci sono state anche ad Adelfia e Bari ad un trentina di chilometri da qui; non ci sono collusioni tra mafia e politica, ma ce ne sono state almeno a detta del decreto prefettizio che ha portato al commissariamento del nostro Comune per infiltrazioni mafiose nei primi anni novanta, e sembra che vada tutto bene. In realtà questo non basta; ammonisce Saviano:”Davvero vi basta credere che nulla di ciò che accade dipende dal vostro impegno o dalla vostra indignazione? Che in fondo tutti hanno di che campare e quindi tanto vale vivere la propria vita quotidiana e nient'altro. Vi bastano queste risposte per farvi andare avanti? Vi basta dire "non faccio niente di male, sono una persona onesta" per farvi sentire innocenti? Lasciarvi passare le notizie sulla pelle e sull'anima. Tanto è sempre stato così, o no? O delegare ad associazioni, chiesa, militanti, giornalisti e altri il compito di denunciare vi rende tranquilli? Di una tranquillità che vi fa andare a letto magari non felici ma in pace? Vi basta veramente? “
Qui a Gioia non va tutto bene. La mafia, non quella di Palermo, ma la mafia come atteggiamento mafioso c’è anche qui. Si fa finta di non vederlo o di non averlo mai visto, ma c’è ed agisce sotto gli occhi di tutti. Basti pensare alla storiella sui voti di scambio alle scorse elezioni, girava voce che un voto fosse quotato tra i 25 e i 50 euro a seconda della disponibilità economica del candidato. Per fortuna non ho mai assistito a trattative del genere, per cui non voglio crederci, ma ho assistito in prima persona a dichiarazioni di voto per l’uno o per l’altro candidato (certo, la mafia è bipartisan) in base a “favori” ricevuti in passato o da ricevere in caso di vittoria. Gente comune, ma anche persone con una forte connotazione politica costrette a tradirla in vista di un posto di lavoro o di una concessione che probabilmente non sarebbero o non sono mai arrivate. Brava gente insomma. Questo è un atteggiamento mafioso, un ricatto in tutti i sensi. Ma le vittime di questo ricatto forse non se ne sono ancora rese conto sentendosi addirittura privilegiate nel disporre dei favori del politico in questione. Il discorso è quello di Saviano: non basta essere una persona onesta per sentirsi innocente. La mafia è anche qui e si presenta in forme più moderate, ma ugualmente deleterie per la nostra società. La denuncia non va relegata a pochi, ma deve essere fatta da molti, devono uscire allo scoperto certe logiche mafiose che si annidano dappertutto e non solo in vista di elezioni politiche, ma in ogni momento in cui il più forte cerca di prevalere sul più debole grazie al potere di cui dispone. La rassegnazione non garantisce una via di fuga. Se non si sradica dal basso il marcio, anche semplicemente dicendo un NO a chi promette favoritismi in cambio di qualcosa, tutto ciò che succede in altri posti, presumibilmente lontano da noi non cesserà mai.
Roberto Saviano cerca di smuovere le coscienze, non vuole compassione. Ha scelto di scrivere quel libro e di esporsi in prima persona perché sperava di poter cambiare le cose non solo nella sua regione, ma in una società in cui si può essere solo vittima o carnefice e il più forte riesce sempre a prevalere.
Bisogna cercare con un piccolo sforzo di non rendere vana la sua scelta. Anche da un piccolo paese come Gioia del Colle.